Quando gli esseri umani moderni migrarono per la prima volta dall’Africa 70.000 anni fa, almeno due specie affini, ormai estinte, li stavano già aspettando sul continente eurasiatico. Erano i Neanderthal e i Denisoviani, esseri umani arcaici che si sono incrociati con quei primi moderni, lasciando frammenti del loro DNA nei genomi delle persone di origine non africana. Un’intelligenza artificiale applicata allo studio e all’analisi del genoma umano ha scoperto, infatti, un antenato dell’essere umano che non conoscevamo. Combinando algoritmi di apprendimento approfondito e metodi statistici, scienziati e ricercatori dell’Istituto di biologia evolutiva in Spagna, in collaborazione con ricercatori del Centro nazionale per l’analisi genomica e scienziati dell’Istituto di genomica dell’Università di Tart, questo nutrito team di ricercatori ha scoperto tracce di un ominide che ha calpestato il nostro pianeta con gli antenati dell’essere umano più di 10 mila anni fa. La straordinarietà è che questo ominide non era noto. Ma tutto è stato realizzato grazie al fatto che l’intelligenza artificiale ha analizzato il genoma degli individui asiatici ed ha portato alla conclusione che questa specie estinta possa essere stata un ibrido tra l’ HYPERLINK “https://focustech.it/2018/12/16/neanderthal-dna-uomo-223253” uomo di Neanderthal e i Denisoviani (FENIX 121, pag.56). Questo è stato il risultato del primo utilizzo del profondo apprendimento di intelligenza artificiale per la ricerca e l’analisi dell’evoluzione umana. Ora, gli scienziati hanno bisogno di capire cosa riserva il futuro con questo tipo di tecnologia applicata al sapere: le domande cui si cercherà di rispondere saranno quelle sull’origine dell’uomo: il classico “da dove veniamo e dove stiamo andando“.